Oillages e’ un termine coniato dall’artista per descrivere la giustapposizione tra carta ritagliata ed una superfice dipinta ad olio.
Durante questo processo gli elementi della pittura e quelli della fotografia entrano in dialogo e si interrelazionano giocosamente.
Con la nascita della fotografia, si era proclamata la morte della pittura, con questi lavori, la pittura invece interviene a riesumare il cadavere della fotografia.
Qui, un’immagine composta dalla combinazione tra il caos della tavolozza usata dal pittore ed una vecchia imagine fotografica trovata per caso, cospirano a diventare molto di piu’ di un processo tattile, trascendendo dall’essere soltanto una somma delle parti, e creando una misterioso piacere sia per l’artista che per il fruitore.
Questo e’ un periodo, nella societa’ occidentale o comunque in quelle tecnologicizzate, in cui l’archivio di immagini che si possiede e’ continuamente in crescita e si rischia di esserne soffocati a meno che non si trovi un nuovo tipo di approccio o una soluzione (a questo sovraccumulo) E quindi , di conseguenza, la necessita’ metaforica o letterale, di ritagliare, anche solo una parte di questo archivio nel quale siamo intrappolati, per trovare una via d’uscita o andare semplicemente avanti perche’ al momento il futuro e’ soffocato dal passato che continua ad accumularsi.
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